di Manuela Romitelli
Mai
come nell'ultimo periodo che stiamo vivendo abbiamo compreso quanto
sia importante il mestiere del medico. All'inizio
della pandemia sono stati definiti eroi, sono stati al centro di
tutte le conversazioni, sono stati oggetto di dediche da ogni parte
del mondo, ma dopo tutto questo sono finiti in un angolo. Perché? La
gente dimentica in fretta. Non
esiste un giorno della memoria per dover ricordare, non esiste la
parola dimenticare, esistono i camici bianchi che rappresentano per
tutti noi la speranza di un futuro migliore, dove la salute viene al
primo posto. Dietro
ogni camice bianco c'è un volto, una storia, anni di sacrifici che
si mescolano alla passione e all'amore per la vita.
Voglio
raccontarvi la storia di una donna molto determinata, con una
sensibilità profonda, che ha fatto della medicina la sua missione.
Studi classici, laurea alla Sapienza di Roma, specializzazione in
Medicina Interna nel 2013 e Medicina Generale nel 2016. Lei è Angela
Biscotti D'agostino, classe 1982, residente a Roma.
La
tua passione per la medicina è nata quando eri bambina, cos'è che
ti ha fatto capire che quella era la tua strada?
"Onestamente
non ti so dire con esattezza quando ho capito che quella sarebbe stata la mia
strada, mi ricordo però che già all'asilo preparavo con la base di un
secchiello, una foglia e un sasso, la stanza di un ospedale dei lombrichi perché dovevano partorire, cosa alquanto bizzarra direi, però se
dovessi indicarti un momento preciso direi dalla prima media, ma
senza un evento particolare".
Hai
mai avuto dei dubbi o dei ripensamenti?
"Assolutamente no, la mia paura più grande era quella di non
riuscire a superare il test d'ingresso in Medicina, perché non avrei
saputo cos'altro fare".
Se non avessi fatto il medico che cosa avresti voluto fare?
"Me
lo sono chiesta tante volte, soprattutto in questi mesi di
pandemia, mesi di stanchezza, incertezza, ansia, malcontento generale
e difficoltà di interazione con il pubblico. Alla fine è sempre
quella la risposta, non sono
pentita della scelta fatta".
Hai avuto delle difficoltà durante i tuoi anni di formazione?
"Come
in tutte le situazioni ci sono stati periodi difficili, soprattutto i momenti delle scelte, in particolare
la specializzazione e soprattutto
rinunciare al percorso ospedaliero. Avrei voluto fare Pediatria anziché Medicina Interna, ma poi ho capito che è stata la scelta migliore per me perché avere a che fare con i genitori super ansiosi non è proprio facilissimo".
Attualmente, a causa della pandemia da Covid19, molti giovani stanno
tirando fuori una notevole fragilità emotiva abbandonando gli studi,
cosa diresti loro?
"Questa
pandemia ha tirato fuori tante fragilità, sia di adulti che di ragazzi, ha
slatentizzato tante situazioni che già non andavano, è un momento di grande caos generale sotto tanti aspetti, e quindi il mio
consiglio è quello di aspettare a fare delle scelte. Le scelte
importanti si fanno in momenti di tranquillità e serenità e non in
momenti di caos come questo, perché il caos non rende lucidi, fa prendere
abbagli, fa perdere il controllo e molti potrebbero pentirsi poi delle proprie decisioni".
E' ormai un anno che stiamo vivendo un periodo che rimarrà nella storia dell'umanità, come hai gestito il tuo lavoro da medico?
"È stato pesantissimo, soprattutto
all'inizio, quando regnava l'incertezza totale su tutto: cosa dire o
non dire, come si facevano le cose (quarantene,
segnalazioni, burocrazia assurda, come organizzarsi con
l'ambulatorio, come rapportarsi con la gente spaventata, come
migliorare il proprio lavoro) è stato un grande anno per mettersi
in discussione, capire meglio come impostare il mio lavoro di medico di famiglia e
soprattutto il rapporto con i miei pazienti. Ho cercato di fare del
mio meglio, pur con tanta stanchezza e tanto timore".
Quali sono state le difficoltà maggiori?
"Tranquillizzare
i pazienti, gestire a distanza i pazienti positivi, giustificare le ASL che all'inizio davano risposte di tamponi dopo dieci giorni dall'esecuzione e un grande senso di impotenza".
Cosa pensi di chi nega il Covid-19?
"Che
dire? Queste persone devono vivere
su altri pianeti e non hanno un minimo di rispetto per chi ha perso
familiari in questa pandemia, diciamo che non hanno proprio la mia
stima".
Vari virologi hanno affermato che i medici negazionisti e soprattutto quelli che non sono favorevoli al vaccino andrebbero radiati, tu cosa ne pensi?
"Tutto può essere discusso, va sempre ben contestualizzato l'argomento di discussione e a me piace sempre sentire punti diversi, a parte le cose sciocche. Per esempio resto sempre allibita quando sento che esistono medici
negazionisti e no-vax, soprattutto i no-vax mi rendono proprio
furiosa".
Il
27 febbraio 2020 è una data particolare per te, perché?
"Per me il 27 febbraio 2020 è iniziato
tutto, ricordo perfettamente il primo giorno al Numero Verde, tutti
assembrati in un tavolo rotondo, nell'incertezza più assoluta di
cosa dire o cosa non dire, telefoni che squillavano continuamente, non c'era modo di socializzare nemmeno tra di noi, un clima
pazzesco. Poi lo scatafascio totale in guardia medica, con novanta persone fisse in attesa, sia di notte che di giorno, anche lì senza bene sapere cosa dire e come
comportarsi, il panico assoluto di tutti. Il pensiero andava
sempre ai colleghi ospedalieri, ai colleghi del 118, ai familiari, agli amici vicini e lontani, tutto in un perenne stato di
irrequietezza e impotenza. E' passato un anno, un anno assurdo che mi ha lasciato chili in più, capelli bianchi in più e
rughe, ma mi ha lasciato anche cose belle, come le persone
conosciute al Numero Verde e i rapporti che nella distanza si sono
comunque consolidati. Mi ha fatto capire ancora di più che tipo di
persona e professionista voglio essere".
Proust dice "sembra che la natura sia in grado di darci malattie
brevi, la medicina ha inventato l'arte di prolungarle", cosa ne pensi?
"Grazie alla medicina molte malattie si sono risolte, i
pazienti sono realmente guariti, sono stati fatti dei passi avanti
giganteschi. Dove c'è da migliorare ancora è l'oncologia perché gli effetti collaterali dei farmaci sono ancora tantissimi e non sempre poi risultano efficaci, ma per fortuna ci sono i ricercatori
che provvederanno sicuramente a darci sempre una qualità di vita
migliore anche per i pazienti oncologici".
Contatti
della dott.ssa Angela Biscotti D'agostino:
Cellulare: 3343719405
E-mail: angela.biscotti@yahoo.it
Medico
di Medicina Generale ASL RM1 terzo distretto
Riceve nelle seguenti sedi:
Studio
medico in via Monte Giberto 15 - Roma
Studio
medico in via Prato Vecchio 4 - Roma
Richiesta Impegnativa Online
Prenotazione Appuntamenti Online
 |
Angela Biscotti D'agostino |
 |
Angela Biscotti D'agostino |